Curare un ematoma subungueale
A chi non è mai capitato di urtare distrattamente un dito contro uno spigolo? Oltre che doloroso questo piccolo incidente può portare all’insorgenza di quello che volgarmente chiamiamo livido, o più correttamente “ematoma”. In particolare ci concentriamo oggi sugli ematomi subungueali, ovvero quegli ematomi che si possono formare sotto le unghie, e che possono anche facilitare l’insorgenza di fastidiose infezioni.
Cos’è un ematoma?
L’ematoma può manifestarsi in qualsiasi area superficiale e profonda del nostro corpo. Si tratta di una fuoriuscita di liquido ematico (sangue) dal sistema circolatorio che si raccoglie in cavità o altri tessuti dell’organismo. Le cause di un ematoma possono essere diverse: infezioni, leucemia, alterazioni della coagulazione del sangue, aneurismi o molto semplicemente e comunemente traumi da contusione.
Segni e sintomi
L’ematoma subunqueale appare con una colorazione marrone o nerastra, apparentemente dell’unghia; in realtà, il sangue è raccolto tra il letto ungueale e l’unghia stessa. I sintomi manifestati possono andare
dal dolore lancinante e semi-costante ad una lieve percezione compressiva; alle volte si lamenta una sensibilità aumentata del dito in questione con sensazione di calore.
Terapia
In casi semplici e superficiali l’ematoma si riassorbe autonomamente dopo minimo 7-10 gg senza il minimo intervento da parte del podologo; tal volta possono aiutare impacchi di ghiaccio quotidiani. Nei casi ove l’ematoma occupa maggior volume e conseguentemente aumentata algia, si ricorre ad una perforazione dell’unghia con ago o fresa (a discrezione dell’operatore) al fine di drenarne il liquido sottostante; segue una medicazione con garze fino a rimarginazione del tessuto.
Prudenze dell’operatore e del paziente
Pur trattandosi di una condizione patologica poco gravosa, la presenza di un ematoma subungueale resta una potenziale porta d’accesso a microorganismi in grado di far scaturire un processo infettivo. Ciò avviene sulla base che, per quanto, l’ematoma sia coperto dall’unghia, se quest’ultimo occupa il 50% o più della superficie inferiore alla lamina, probabilmente il letto ungueale ha comportato una propria lesione tissutale.
Resta essenziale l’esigenza di svolgere un’antisepsi (disinfettare) da parte dell’operatore, qualora si procedesse alla perforazione della lamina per il drenaggio. Anche nei casi ove l’ematoma è di minor entità, il paziente è tenuto ad eseguire lavaggi quotidiani con sapone neutro, assicurandosi che il letto ungueale e gli spazi interdigitali vengano ben detersi. La flora batterica che si accumula sotto la lamina e negli spazi tra un dito e l’altro è molto fitta, per tanto, attraverso dei buoni lavaggi seguiti da asciugature accurate senza frizioni esagerate, si possono prevenire infezioni micologiche (funghi) o di altri patogeni (pseudomonas, stafilococchi).
Un ultimo aspetto rilevante è la distinzione dell’ematoma dal melanoma. Quest’ultimo è un tumore maligno che inizialmente rimane circoscritto allo stato epidermale (melanoma in situ) dove può essere asportato dal chirurgo senza ripercussioni di metastatizzazione, agli stadi successivi può divenire altamente mortale in quanto si diffonde nei canali sanguigni ed in quelli linfatici. Resta nel ruolo del podologo quello di inviare il paziente dal dermatologo per eventuali approfondimenti, non appena vi sia un sospetto; spesso il campanello d’allarme è una mancata contusione pregressa.