Il piede dell’anziano
L’antico medico greco Ippocrate disse: “Camminare è la miglior medicina”. Ma se fosse vissuto ai giorni nostri, si sarebbe reso ben conto che la cultura attuale dei paesi sviluppati non è affatto predisposta a quel tipo di opinione. Rimane totalmente immutato il fatto che la popolazione invecchi esattamente come prima, anzi di più. Ma la qualità dell’invecchiamento? E più specificatamente: come può reagire il nostro piede a così tanti anni a contatto con il suolo?
Bisogna sapere che ad oggi esiste ciò che viene definita: la sindrome del piede anziano (FAS – Foot Aging Syndrome). Si tratterebbe di un insieme di sintomi che racchiudono dei segni specifici, accompagnati da specifiche cause; vediamo un elenco di seguito:
- Pachionichia: sarebbe l’ispessimento della lamina ungueale, derivante da diverse possibili cause tra cui calzature strette, mutazione dell’assetto digitale, e rigidità delle articolazioni digitali.
- Ipercheratosi plantari: si tratta di callosità, le quali possono essere più o meno accentuate, a seconda dell’ipercarico che si manifesta su di un punto specifico e che deriva dalle forze di taglio e di compressione col terreno, durante la deambulazione.
- Atrofia dei muscoli intrinseci: ciò avviene soprattutto quando da tanti, troppi anni, si conduce una vita sedentaria oltre che in assenza di stretching e di esercizi di sollecitazione propriocettiva quali quello di raccogliere matite con le dita dei piedi.
Per un podologo, è fondamentale agevolare il paziente anziano a conservare la propria autonomia nella gestione delle mansioni quotidiane. Infatti l’autonomia nella deambulazione, porta di riflesso ad un mantenimento fisiologico del metabolismo: dalle funzioni renali, a quelle epatiche, digerenti ed addirittura a quelle mentali ed ormonali. Da ciò deriva l’affermazione di Ippocrate. Inoltre, conservando una buona qualità deambulatoria, si riduce il rischio di cadute accidentali e per tanto, la riduzione di traumi secondari quali fratture ossee, lussazioni e distorsioni.
Di seguito osserviamo un’illustrazione schematica dell’approccio podologico nei confronti del FAS