Piede cavo
Il piede cavo è caratterizzato da un accentuato aumento dell’arco plantare, questo comporta che il peso corporeo venga distribuito solamente a livello calcaneare e metatarsale mentre la zona del medio piede resta senza appoggio. Proprio per questo incontriamo spesso callosità a livello dell’avampiede causate da un alterato carico e dita a griffe. Il retropiede invece si può presentare sia neutro, che in varo o in valgo.
Le cause
La genetica svolge un ruolo fondamentale in questi tipi di piede dove alterazioni dell’avampiede o del retropiede influenzano la morfologia podalica. Un’altra delle potenziali cause può essere una patologia neurologica congenita come la charcot marie tooth o l’atassia di friedreich che comportano uno squilibrio della muscolatura.
Il dolore
Le zone più colpite sono principalmente il tallone e la pianta sia nell’arco che poco prima delle dita (metatarsi). Questi fastidi sono causati dall’eccessivo carico che il piede cavo comporta durante la deambulazione, generando un’eccessiva tensione sia lungo la fascia plantare che a livello del calcagno e del tendine d’achille . Invece a livello dell’avampiede in corrispondenza delle zone di maggior fastidio possiamo incontrare delle ipercheratosi (callosità e occhi di pernice) generate appunto dall’eccessivo carico metatarsale.
I rimedi
L’utilizzo di plantari ortopedici rappresenta l’unico rimedio per compensare quotidianamente questa alterazione, in modo da distribuire al meglio il carico durante la deambulazione. Gli esercizi di stretching, sia del piede che delle strutture connesse, sono fondamentali per agire attivamente sul riequilibrio muscolare. Mentre nei casi più gravi di piede cavo o in quei casi che non rispondono alla terapia conservativa l’intervento chirurgico rappresenta l’unica alternativa.